Guy Genoud

Guy Genoud

«Guy Genoud, Vissoie: questo è stato l’indirizzo di tutta la mia vita.
Non ho mai avuto necessità di cambiarlo. Abito ancora nella grande casa che mi ha visto nascere, il che non mi ha impedito di andare a sbirciare dall’alto delle montagne per scoprire ciò che c’era più lontano, talvolta molto più lontano.
Ma era sempre per meglio tornare, per tornare migliorato, così addirittura speravo. Ero un sottile incrocio fra un sedentario e un nomade.
Al termine della mia formazione d’insegnante, mi sono naturalmente diretto verso la scuola e, per quindici anni, era nello studio che guidavo gli allievi che mi erano affidati. Amavo quel mestiere di professore, ma sentivo di essere comunque rimasto un irriducibile montanaro, che esercitava la sua passione ogni volta in cui poteva farlo.
E il montanaro ha finito per prevalere e imporsi. Si tratta di un’altra forma di accompagnamento. La scelta è stata il frutto di profonda riflessione e non me ne sono mai pentito».

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