Gagnu malefic nella Torino Anni Sessanta. Un volume imperdibile della collana Biblioteca degli scrittori piemontesi
Torino, un quartiere di periferia nord-ovest della città. Mentre l’eco della guerra è ancora presente nei racconti degli adulti, il piccolo Marco – Marcuse per gli amici – attraversa gli anni Sessanta passando dall’infanzia all’adolescenza.
Marcuse vede cambiare la città attorno a lui. Come funghi crescono palazzoni per dare alloggio agli emigrati appena arrivati dalle campagne piemontesi, dal sud e dal Veneto.
Nelle famiglie irrompono i nuovi oggetti del benessere: le Fiat 500 e 600, i mangiadischi, i televisori. Addirittura i telefoni.
Qui, in questo mondo in espansione, un gruppo di amici (alcuni gagnu malefic, altri no) scopre la vita, fra equivoci e intuizioni. Gioie ed entusiasmi si alternano a sofferenze e delusioni.
La voce narrante percorre quel decennio straordinario, permettendo di assaporare la magia di un periodo che, nel bene e nel male, resterà unico ed irripetibile nella nostra storia recente. Pagine che fanno ridere e sorridere, a volte anche commuovere.
Dal libro: Nemmeno di calcio si parlava in quel bar, probabilmente sarebbe già stato considerato un argomento da intellettuali. Ci vennero subito cambiati i nomi, io ero il gagnu e Nichi era il napuli.
In realtà, l’appellativo di gagnu lo mantenni solo per la prima serata. Dopo, divenni immediatamente il gagnu malefic.
